giovedì 2 febbraio 2012

Il boato

Particolare tratto da "L'urlo del Sud" di Armando De Stefano. 2011


2 febbraio 2012 -ore 2:40-
Una deflagrazione spaventosa.
Strappato dal mio sonno leggero le chiedo: “hai sentito che boato?” e lei mi risponde di no. Si riaddormenta subito, è stanca.
Io guardo l’orologio, sono le tre meno un quarto della notte. Penso subito ad una vecchia stufa a gas che è esplosa, mi preoccupo ma non sento sirene arrivare o rumori di gente che nel bel mezzo della notte accorre; niente. Potrebbe essere stato molto lontano dal centro, da dove abito. Inizio a pensare di averlo sognato quel boato, perché era stato così forte che lei non avrebbe potuto non sentirlo. Sono disturbato. In ogni caso non riprenderò a dormire con facilità.
Continuo a non sentire i rumori che mi aspetto, solo l’abbaiare di qualche cane che potrebbe essere anche normale. Provo a dormire, domani si saprà, leggerò i giornali web locali e capirò se il mio era solo un incubo di quelli che mi accompagnano da sempre.

2 febbraio 2012 -ore 11:30-
La giornata è cominciata da un po’ ma il problema dell’auto che non parte non è stato ancora risolto. Il meccanico non sa più cosa provare, non riesce proprio a capire da dove viene il problema. Di ritorno verso casa, incontro l’elettricista e gli chiedo di venire a dare un’occhiata a casa per quel problemino che gli avevo accennato al telefono. Nell’aprire il portone, la vicina, che mi precede, mi chiede con gli occhi spalancati : “hai sentito il boato questa notte?”.
E in quel momento mi ritorna tutto in mente. Non era un sogno, l’aveva sentito anche lei.
Al breve racconto che segue, Peppe l’elettricista commenta così: “hanno ricominciato!”

2 febbraio 2012 -ore 12:40-
Voglio proprio capire se è vero. Non ci credo. Non ho visto ne sentito polizia, non ho visto gente insospettita parlare a gruppi a poca distanza dal luogo, così come dovrebbe essere nel mio immaginario. Devo capirlo da me se è vero, d'altronde da casa mia saranno cento metri. Comprerò il giornale e ci passerò proprio davanti. Niente potrà sfuggirmi.

La saracinesca sfondata, vetrata in mille pezzi, la tenda da sole oramai a brandelli e operai che, probabilmente da questa mattina, si occupano di sostituire tutto.
Lo dico a mia moglie. Non ho sognato. Era lei a non aver sentito questa notte. Era stata una vera deflagrazione, una “bomba” alla pizzetteria. Controllo velocemente i giornali web locali, che per pubblicare non devono aspettare l’edizione del giorno dopo; niente. Dove sono i giornalisti? Spero non stiano scrivendo del freddo che fà.

La cosa che dovete considerare è che io non vivo a Gaza … ma in Italia, a Caserta in pieno centro.

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