“Siate sempre capaci di sentire
nel più profondo qualunque ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque
parte del mondo” E. G.
Immagine tratta da "la Repubblica" |
Mi colpisce quello che sta
accadendo in Libia, come quello che accade in Egitto e in qualsiasi altro paese
che sta lottando per la libertà. Oggi questi paesi sono accomunati da una cosa
sola, lottano per decretare la fine di una dittatura. Eppure il resto del mondo
se ne accorge solo in questi momenti. Le profonde ingiustizie, le condizioni
disumane in cui molti popoli sono costretti a vivere, la ferocia delle
dittature che ancora oggi esistono in giro per il mondo, sono cose che mi
rattristano e che mi hanno rattristato in passato ogni volta che mi ci sono
soffermato con il pensiero. Sembra non esserci soluzione se guardiamo la crudeltà
dell’uomo.
Tempo fa scrissi queste parole
che immaginavo di ascoltare da un profeta. Ero parte della gente che ascoltava in
una assoluta tristezza:
Abbiate paura del mondo.
Non
perché non siete forti,
non
perché non siete coraggiosi,
non
perché non siete intelligenti,
non
perché siete uomini,
non
perché il cielo è scuro a volte
e
a volte piove,
perché
il vento è forte,
il
pensiero è debole
e
la volontà si nasconde dietro di voi.
Abbiate
paura del mondo … perché il mondo non ha paura di voi.
Ebbi la sensazione che le cose
stavano proprio così. Ma qualcosa mi turbava. Quel profeta non poteva
concludere lì. La vita ha già un senso labile. E allora, quasi costretto,
aggiunsi:
Abbiate
paura del mondo,
ma
non rinunciate mai, per questo, a essere coraggiosi,
non
rinunciate a essere forti,
non
rinunciate a essere intelligenti,
non
rinunciate a essere liberi,
non
rinunciate a essere uomini.
Non
rinunciate a camminare sul ciglio del marciapiede come un funambolo su una
corda tesa, come fanno i bambini.
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